E’ sempre interessante osservare l’evoluzione dei modelli con i quali i
developer, nel corso degli ultimi decenni, hanno dovuto confrontarsi nell’ambito dello sviluppo ed integrazione di applicativi e piattaforme software.
Si è passati, ed in fondo è, forse, il percorso professionale tipico di tutti quelli che, come il sottoscritto, hanno passato da poco la quarantina, dalla programmazione strutturata alla programmazione
object oriented.
Ricordiamo (con nostalgia!) il
mitico Fortran 77, appreso all’università, che “girava” su di un UNIVAC 1100 a schede perforate!!!
Cambio di paradigma “rivoluzionario”, questo relativo alle modalità di programmazione, che non tutti quelli della nostra generazione hanno poi, effettivamente, compiuto!!!
Sempre in tema di ricordi rammentiamo, ancora oggi, gli sforzi personali, in veste di
tutor, verso colleghi più “anziani”, cobolisti DOC, peraltro professionisti eccezionali, per convincerli del fatto che il maneggiare una classe, un oggetto, i concetti di istanze delle classi,
incapsulamento, ereditarietà, polimorfismo li avrebbe condotti poi ad essere padroni dei moderni linguaggi di programmazione e li avrebbe resi, almeno per determinate e numerose tipologie di applicativi, notevolmente più produttivi.
Ricordiamo bene gli sguardi interrogativi di alcuni di quei colleghi, per i quali il cambio di paradigma non avvenne…
Quell’atteggiamento si avverte spesso, anche oggi, per quello che è stato il salto successivo, che come sottolineano giustamente numerosi analisti del settore, per molte organizzazioni non risulta ancora compiuto, oppure compiuto in maniera assai incompleta e superficiale.
Come dicono in maniera estremamente efficace gli anglosassoni:
“SOA is NOT working in most organizations." E queste organizzazioni, in cui i paradigmi SOA non sono adottati oppure, forse, sono al primo stadio di integrazione SOA, hanno un solo destino all’orizzonte…
Saranno inevitabilmente molto distanti, con pesantissimi
gap da recuperare, da una fase che, invece, per molte strutture “illuminate” è già in corso.
La Web Oriented Era.
La fase ed i paradigmi architetturali successivi alle
Service Oriented Architecture, per certi versi già obsolete!!!
L’Era delle architetture
WOA, Web Oriented Architecture…
Dove l’interazione, l’interoperabilità è e sarà tra tutte le generiche risorse (
Resources) e gli
engine di mashup.
Engine dove risiederanno i
core dei sistemi di interazione …
Eventualmente
workflow e
code di aggregazione/trasformazione dei contenuti (siano essi
data - esposti tramite
Web Services - oppure
content – gestiti mediante
feed RSS/RDF
compliant !!! ).
Uno degli schemi più rappresentativi dell'evoluzione in atto è la figura sottostante, di cui siamo debitori ad uno dei principali “guru” ed osservatori della rivoluzione in corso, Dion Hinchcliffe.